Page rank fa£*%lo a te ed a tutti i “seo guru”

Finalmente Google ha fatto la cosa più ovvia che potesse fare, soprattutto volendo porsi come un servizio di ricerca che fornisca risultati in base alla pertinenza dei contenuti rispetto alle parole chiave ed all’importanza del sito, basata quest’ultima su una fisiologica ed organica crescita della stessa (e non cresciuta perché qualche ragazzino in là con gli anni passa le notti a spargere link su directory più o meno sfigate). Probabilmente è finita un’era, un’era che ha visto figure “professionali” che poco o nulla c’entravano con l’informatica, darsi sfavillanti ruoli di “Seo Manager”, “Seo Specialist”, “SEO Guru”, e chi più ne ha più ne metta. Ne ho visti troppi sentirsi dei geniacci titolari di un sapere esoterico, solo perché avevano letto qualche articoletto inflazionato sul posizionamento strategico o avevano assistito a qualche corso del guru di turno, o avevano il cugino che faceva questo…

Ma cosa ha fatto Google???
Da oltre un paio di settimane il nostro amato/odiato Big G non rende più visibile il Page Rank, uno dei tanti parametri che Google utilizza per valutare l’importanza di un sito: il cambiamento è decisamente epocale! Fino a pochissimo tempo fa questo parametro costituiva uno dei modi principali per capire la rilevanza di un sito agli occhi di Google, e ci stava chi passava la sua (triste) vita a gioire o soffrire per variazioni di punti decimali dello stesso. Ora tutto questo è finito? In parte sicuramente sì, e certo è anche che la recente decisione di Google va nella direzione di avere risultati delle ricerche prodotti, più che da complessi algoritmi, da un’intelligenza artificiale, che presto o tardi farà diventare un ricordo anche la professione di “ottimizzatore per i motori di ricerca”, sostituita semplicemente da alcune best practice di scrittura e redazione di metadati semantici che appunto aiuteranno l’IA dei motori di ricerca a meglio comprendere gli argomenti trattati nelle nostre pagine o gli articoli venduti nelle stesse. Non sarà certo finito il lavoro per chi progetta e sviluppa siti, ma l’accento ora potrà spostarsi sulla qualità dei contenuti, della veste grafica e dell’usabilità del sito, e potremo risparmiarci gli inutili discorsi con l’espertone di turno, dove dovremo ribadire per l’ennesima volta che lo scopo di chi fa SEO non dovrebbe essere quello di prendere in giro Google, magari progettando il sito pensando a Google piuttosto che all’utente finale, ma bensì quello di rendere i contenuti fruibili al meglio ed eventualmente di convincere il cliente a comprare un qualche prodotto/servizio.

Noi della Web Lab24, pur avendo tanti siti ben posizionati, non abbiamo mai illuso nessuno promettendo particolari posizionamenti o garantendo l’ingarantibile, speriamo che in futuro, alla luce dei cambiamenti in corso, ci saranno meno furboni pronti a speculare sull’ignoranza della gente e sulla voglia dell’italiano medio di sentirsi più furbo e fregare qualcuno per essere migliore.



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