Come salvare una copia “autenticata” di una pagina da usare anche in tribunale

Come fare un istantanea di una pagina web

Oggi voglio parlarvi di come archiviare una pagina web in una certa data, in modo da poterne recuperare successivamente i contenuti, sia per scopi di backup che per usarli come prova o elemento d’investigazione, anche se la stessa dovesse cambiare o essere rimossa. Naturalmente per pagina web si intende anche la pagina di un social network come Facebook, e quindi quello di cui vi parlerò a breve potrà tornarvi utile per salvare qualche commento, che si tema possa essere successivamente modificato o cancellato.

Archive.is

Il servizio per fare delle copie delle pagine web di cui stiamo parlando è Archive.is, esso acquisisce una “fotografia istantanea” della pagina web che sarà sempre online anche se la pagina originale dovesse sparire. Per una maggiore accuratezza questo strumento web, completamente gratuito, salva una copia grafica ed una testuale, fornendoci praticamente uno short link alla copia inalterata di qualunque pagina web vogliamo.

I casi in cui archive.is può tornare utile sono davvero tanti, quando si voglia acquisire una fotografia di una pagina, che potrebbe presto cambiare o sparire, come un elenco di prezzi, offerte di lavoro, elenco di immobili in vendita, post di gente ubriaca.. ;P
Le pagine salvate non avranno elementi “attivi”, ne script di sorta, saranno quindi sicurissime è prive di popup e di qualunque tipo di malware.

Facilissimo da usare

Per usarlo basta andare all’indirizzo http://archive.is/ ed incollare nell’apposito campo l’indirizzo della pagina di cui volete acquisire una copia. Successivamente potrete avere il vostro shortlink, ad esempio eccovi di seguito il link della copia di una pagina Facebook con alcune recensioni di nostri clienti, relative alla realizzazione di siti a Lecce e non solo ed anche ai nostri servizi di SEO e web marketing.

http://archive.is/TXbdz

Come vedete i contenuti della pagina, sia testi che immagini, sono salvati perfettamente e sono facilmente recuperabili.

Uno snapshot è per sempre…

Archive.is non è da confondersi con archive.org (Wayback Machine), a differenza di quest’ultimo, che è un vero è proprio crawler, Archive.is cattura solo singole pagine a seguito di un’esplicita richiesta dell’utente, per questo motivo non obbedisce alle regole dei file robots dei siti. In pratica i proprietari dei siti web non possono unilateralmente chiedere la rimozione degli “snapshot” acquisiti, rendendo di fatto questo servizio un “archivio permanente”. Inoltre rispetto alle pagine salvate da Archive.org, quelle salvate da archive.is (oltre ad includere una copia come immagine) mantengono molto meglio la formattazione dei vari elementi grafici, comprese le pagine web 2.0 che fanno uso intensivo di Javascript e Ajax. Archive.org resta lo strumento migliore per viaggiare indietro nel tempo sui siti e non solo! Cercando invece tra le pagine salvate su Archive.is, potreste imbattervi in argomenti e immagini piccanti, tenete presente che le pagine sono salvate a comando dagli utenti, ed in genere questi salvataggi è probabile riguardino argomenti hot di vario tipo.

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Valore legale

Trovo che questo sia un ottimo strumento quando si voglia provare in maniera incontrovertibile che certi contenuti siano esistiti, sia che tale prova debba solo essere esibita a clienti o ad amici, sia che debba costituire un elemento probatorio in qualche contesa civile o penale. È evidente come tale strumento ben supporta la producibilità in giudizio di una pagina web e soprattutto, dimostra nella massima terzietà, la solidità di questa prova. A nostro parere difficilmente un magistrato potrebbe non tenere conto di una prova prodotta con questo strumento, per quanto faccio presente che la Corte di Cassazione, con la sentenza n. 2912/94, ha definitivamente chiarito che, ai fini probatori, non basta produrre la mera stampa della pagina web, bensì è necessario depositarne copia autenticata. La copia andrebbe autenticata da un pubblico ufficiale, ossia per i privati cittadini, un notaio.

In merito vi segnalo un articolo molto interessante sul valore probatorio della copia di una pagina web, eccolo qua

http://www.mysolutionpost.it/blogs/it-law/piana/valore-probatorio-pagina-web.aspx

riportando fedelmente un paragrafo dell’articolo sopra linkato:

Se vogliamo poter dimostrare con massima solidità probatoria un fatto avvenuto a mezzo web abbiamo la necessità che un pubblico ufficiale estragga una copia autentica di tale pagina. In questo caso, avremmo dalla nostra un atto valido e incontrovertibile fino a querela di falso. Nel caso di fatti con rilevanza penale questa estrazione è (o quantomeno dovrebbe essere) effettuata d’ufficio dalla Polizia Giudiziaria. Ma in tutti i casi di contenzioso civile è la parte interessata che deve attivarsi in tal senso, presso l’unico pubblico ufficiale che svolge questi servizi nei confronti di privati: il notaio.

 

In ogni caso riteniamo che la copia acquisita da Archive.is sarebbe ben più di una mera stampa della pagina web e sarebbe impossibile negarne la veridicità e l’autenticità, e quindi difficile che un giudice non la accolga come prova.

A quanto sembra alcuni giudici federali americani sono appunto orientati in questa direzione, come si evince in questo articolo, il lingua inglese:

https://www.techdirt.com/articles/20160518/08175934474/federal-judge-says-internet-archives-wayback-machine-perfectly-legitimate-source-evidence.shtml

nell’articolo si parla di Archive.org, ma il concetto è lo stesso. L’autore dell’articolo conclude dicendo:

It’s nice to know that what many of us have considered an independently-verifiable source of evidence is also acceptable in federal courts. It’s more than just a handy way to preserve idiotic statements and potentially-illegal customer service policies. It’s also a resource for litigants who might find their opponents performing digital cleanups after a visit from a process server.

È bello vedere che ciò che da molti di noi è considerata una fonte di prova indipendente e verificabile sia anche accettata come tale nei tribunali federali. È più di un semplice modo per conservare affermazioni idiote e politiche di servizio ai clienti potenzialmente illegali. È anche una risorsa per i litiganti che potrebbero trovare il loro avversario in giudizio effettuare delle “pulizie digitali” dopo aver ricevuto una qualche notifica giudiziaria.

In un mondo in cui le criptovalute spopolano, e le persone affidano le loro sorti economiche alle certezze derivanti dalle operazioni logico-matematiche che hanno luogo sulla rete informatica (senza troppo preoccuparsi delle conseguenze di sovrastimare degli asset… bolla tulipani docet), sarebbe davvero paradossale pretendere mera e costosa burocrazia per autenticare una semplice pagina web, invece di accontentarsi delle garanzie date dalle stesse tecnologie informatiche di archiviazione, gestione e protezione dei dati a cui affidiamo il resto della nostra vita. In fondo io auspico un giorno dove l’intelligenza artificiale possa sostituire una figura inutile, obsoleta e costosa come quella del notaio, e magari tante altre. Almeno dall’IA avremmo la garanzia dell’imparzialità.. o no? A voi le possibili risposte, io il mio articolo l’ho scritto… 🙂



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